L'inattingibile negli animali: come essi ci vedono.— Elias Canetti
L'inattingibile negli animali: come essi ci vedono.
La maledizione del dover morire dovrà diventare una benedizione: che si possa ancora morire quando vivere è insopportabile.
Non ho mai sentito parlare di un uomo che abbia attaccato il potere senza volerlo per sé, e in questo i moralisti religiosi sono i peggiori.
La vita è lotta, lotta senza quartiere, ed è un bene che sia così. L'umanità, altrimenti, non potrebbe progredire. Una razza di deboli si sarebbe estinta da un pezzo, senza lasciare traccia.
L'uomo che ha per totem la zanzara vuole che la sua gente divenga numerosa come le zanzare.
L'uomo più infimo: quello di cui sono soddisfatti tutti i desideri.
La pietà verso gli animali è talmente legata alla bontà del carattere da consentire di affermare fiduciosamente che l'uomo crudele con gli animali non può essere buono.
Una cretinata tutta particolare dei filosofastri di oggi è che essi danno per certo che gli animali non hanno un Io, mentre loro, evidentemente, ne avrebbero uno.
Subito all'inizio della Genesi è scritto che Dio creò l'uomo per affidargli il dominio sugli uccelli, i pesci e gli animali. Naturalmente la Genesi è stata redatta da un uomo, non da un cavallo.
Chi non ha rispetto per gli animali è una bestia.
Un animale può essere feroce e anche astuto, ma per mentire bene non c'è che l'uomo.
E qual è il peccato originale degli animali? Perché gli animali subiscono la morte?
Grandezza e progresso morale di una nazione si possono giudicare dal modo in cui tratta gli animali.
Mangiarsi con gusto un animale è assassinio premeditato a scopo di libidine. Digerirlo, occultamento di cadavere.
Una mosca può pungere un cavallo maestoso e farlo trasalire, ma quella è soltanto un insetto, e questo, pur sempre un cavallo.
Se un bambino maltratta un animale, anche grosso, bisogna picchiarlo, perché il più forte e il più cattivo è lui.