Leggendo i grandi autori di aforismi si ha l'impressione che si conoscano tutti bene fra loro.— Elias Canetti
Leggendo i grandi autori di aforismi si ha l'impressione che si conoscano tutti bene fra loro.
Nulla l'uomo teme di più che essere toccato dall'ignoto.
Soltanto il sapere che esita conta. Questo è ciò che, più di ogni altra cosa, manca al computer: l'esitazione.
Si scrive per essere diversi. Chi imbroglia scrivendo rimane ciò che comunque è.
Dio fu un errore. Ma è difficile stabilire se fu commesso troppo presto o troppo tardi.
La letteratura come professione è distruttiva: si deve avere più paura delle parole.
È dovere dell'aforista non appartenere alle bande d'affori o d'affari.
Lo scrittore di aforismi ricerca; contrariamente a quanto si crede, è raro che egli esprima certezze assolute; piuttosto egli racconta i risultati di un'esperienza, che come tale è limitata, anche se provata.
L'aforisma obbliga lo scrittore a non rimanere legato all'immediatezza e ai fatti del presente per elevare le proprie riflessioni a una duratura profondità, con in più una robusta forma espressiva. Solo ciò che resiste nel tempo assume una validità di pensiero.
Lo scrittore di aforismi si sente quasi sempre straniero e in esilio, comunque, separato dal resto. Il suo è per lo più un giudizio di differenza e di distacco, con cui egli sottolinea la sua personale integrità rispetto all'ipocrisia e alla corruzione del mondo.
Gli scrittori di aforismi sono come i paesi sottosviluppati: vendono le loro materie per poco.
La maggior parte degli aforisti è conservatrice, nel senso che non crede attuabile alcun cambiamento sostanziale: l'uomo è quello che è, povera cosa, in eterno.
Gli scrittori di aforismi si sforzano quasi sempre di stupire con continui guizzi di fantasia e motti di spirito. Vogliono far sorridere il lettore, come i commediografi di scarse qualità inseriscono nei dialoghi qualche battuta comica per suscitare l'applauso e rompere finalmente la noia.
Lo scrittore di aforismi esprime in primo luogo la morale della verità, aggrappata alle cose e alle persone. Egli non è uno scrittore di fantasia, ma di realtà. Il suo obiettivo è descrivere le cose, non inventarle. Questo lo rende subito ostico, scomodo.
Gli scrittori di aforismi, che sono in primo luogo scrittori di meditazione, offrono l'opportunità di scandagliare gli umori oscillanti del nostro tempo.