Nessun vascello c'è che, come un libro, possa portarci in contrade lontane.
Tanto precipitò nella mia stima che lo sentii battere per terra e farsi in mille pezzi sulle pietre in fondo alla mia mente. Diedi la colpa al fato che lo spinse ma ancor di più rimproverai me stessa d'aver tenuto oggettini placcati sulla mensola dell'argenteria.
Il soffrire è umano non è elegante.
Ogni pazzia è suprema saggezza per un occhio che sa vedere... molta saggezza, la più pura follia!
Non conosciamo mai la nostra altezza finché non siamo chiamati ad alzarci. E se siamo fedeli al nostro compito arriva al cielo la nostra statura. L'eroismo che allora recitiamo sarebbe quotidiano, se noi stessi non c'incurvassimo di cubiti per la paura di essere dei re.
L'anima è la più angosciante spia che un nemico possa mandare.
Non vado in viaggio per vedere qualcosa, ma per non vedere nulla per un po' di tempo.
La presunzione di onniscienza sorta con internet ha generato l'errata e arrogante convinzione secondo cui lo sforzo fisico del viaggio è diventato superfluo.
Mio padre per un certo periodo è stato un diplomatico ed io passavo da un paese all'altro, da una cultura all'altra.
Il piacere raffinato di desiderare dappertutto il chez soi, quanto progredirà nei gusti, finirà col rendere quasi inutile il viaggiare.
Non smetteremo di esplorare. E alla fine di tutto il nostro andare ritorneremo al punto di partenza per conoscerlo per la prima volta.
In viaggio mi avvolge un sentimento di pace e di sicurezza.
Ho imparato che chi viaggia ha bisogno solo di ombra, muschio e un po' di luce che guidi i suoi passi.
Anche quando pare di poche spanne, un viaggio può restare senza ritorno.
Bisogna vivere con questa convinzione: non sono nato per un solo cantuccio, la mia patria è il mondo intero.
La carta geografica, insomma, anche se statica, presuppone un'idea narrativa, è concepita in funzione d'un itinerario, è un'Odissea.