La troppa familiarità con le cose sacre allontana forse da Dio. I sagrestani non entrano in Paradiso.— Ennio Flaiano
La troppa familiarità con le cose sacre allontana forse da Dio. I sagrestani non entrano in Paradiso.
La società va trattata tenendo conto che è composta di persone sensibili alla corruzione, al disprezzo, all'adulazione. Usando queste tre leve non dovrebbe essere difficile dominarla.
Certi vizi sono più noiosi della stessa virtù. Soltanto per questo la virtù spesso trionfa.
Non c'è peggior pornografia di quella sentimentale.
I giovani hanno quasi tutti il coraggio delle opinioni altrui.
La situazione politica in Italia è grave ma non è seria.
Qui non c'è niente di sacro tranne l'osso dove si prendono i calci.
È l'interdetto sacro che protegge la natura, non la buona educazione, non la legge civile. Se l'ulivo è sacro a un Dio, l'ulivo non sarà tagliato. Se il maiale è sacro, nessuno lo mangerà.
La storia "sacra" sia chiamata col nome che merita: storia maledetta; le parole "Dio", "salvatore", "redentore", "santo" siano usate come insulti, come marchi d'infamia.
Sacro è parola indoeuropea che significa separato. La sacralità, quindi, non è una condizione spirituale o morale, ma una qualità che inerisce a ciò che ha relazione e contatto con potenze che l'uomo, non potendo dominare, avverte come superiori a sé.