A chi discende nello stesso fiume sopraggiungono acque sempre nuove.
L'infermità fa dolce la salute, il male il bene, la fame la sazietà, la fatica il riposo.
Bisogna spegnere l'eccesso più dell'incendio.
Se la felicità fosse nei piaceri del corpo, diremmo felici i buoi, quando trovano veccie da mangiare.
Acque sempre diverse scorrono per coloro che s'immergono negli stessi fiumi; e anche le anime esalano dalle acque.
Se uno non spera non troverà l'insperabile, perché esso è difficile da trovare e impervio.
Il fiume più copioso non può aggiungere una goccia d'acqua a un vaso già pieno.
Nello stesso fiume scendiamo e non scendiamo; siamo e non siamo.
Il fiume guarda lontano, e già vede la fine del lungo viaggio; una strisca azzurra chiude la via, la rompe per sempre; il mare! il mare!
Da una polla nascosta nella grotta scaturisce la prima acqua del fiume. Oh, fiume reale, qual debole, minuto, e chiaccerino principino tu sei!
Il fiume modella le sponde e le sponde guidano il fiume.
Quando attraversi a nuoto un fiume reale, imprevedibile e infido, se riesci a raggiungere l'altra sponda sei una persona diversa rispetto a quella che è entrata in acqua.
Si può deviare un fiume dal suo corso, non farlo risalire alla sorgente.
Due fiumi possono avere la stessa sorgente, eppure possono essere uno limpido e l'altro torbido.