La cinematografia procura un foro e una tribuna allo stato mondiale: ne rende possibile l'esistenza.— Ernst Jünger
La cinematografia procura un foro e una tribuna allo stato mondiale: ne rende possibile l'esistenza.
La resistenza richiede grandi sacrifici: il che spiega anche perché la maggior parte delle persone scelga la costrizione.
Noi non sappiamo, né abbiamo il diritto di sapere, che cosa sia la storia nella sostanza, nell'assoluto, al di là del tempo. Indoviniamo, ma non conosciamo, il giudizio del Tribunale dei morti. Forse un'insperata gloria esploderà, atterrando le muraglie.
Tra i monumenti della città ideale non dovrebbe mancare quello che il lettore ignoto ha dedicato all'autore senza nome come segno di gratitudine per il genio che gli venne in aiuto nella sua ricerca di una seconda e più leggera esistenza.
Gli uomini hanno, come gli alberi, il loro lato esposto al vento e, come le montagne, la loro parete Sud. Dobbiamo solo cercare l'accesso ai pendii dei loro vigneti, alle miniere dei loro tesori. Allora daranno l'oro e il vino là dove nessuno se l'aspettava.
I colori hanno una loro vita propria, si trovano anche nella parte interna delle conchiglie assopite nelle profondità marine - è un indizio di feste segrete; grazie a una scoperta fortunata potremmo parteciparvi anche noi.
In America i film non sono inframmezzati da inserzioni pubblicitarie soltanto perché il cinema è in se stesso la maggior forma di propaganda per i beni di consumo.
Il cinema è uno dei tre linguaggi universali; gli altri due sono la matematica e la musica.
Ora ho delle idee sulla realtà, mentre quando ho cominciato avevo delle idee sul cinema. Prima vedevo la realtà attraverso il cinema, e oggi vedo il cinema nella realtà.
I miei personaggi dicevano cose che io non sarei mai riuscito a pronunciare, ma che ho sempre desiderato dire.
Non è certo nell'ambiente del cinema che solitamente "pesco" le mie amicizie. Non "lego" molto, in definitiva, con gli abitanti del cosiddetto mondo dello spettacolo.
L'artificio, sempre, è alla base del cinematografo. Ma non bisogna prendere questa parola in cattivo senso. Se i risultati sono buoni, l'artificio è, senz'altro, sinonimo di arte.
La morte non è che un'abolizione dello spazio e del tempo. Questo è anche il fine del cinema.
Cinema. Prigione per gli occhi.
Il cinema è l'opposto della politica: si sa che è finzione ma si può lo stesso raccontare la verità a partire da una storia che tutti sanno essere finta. La politica al contrario pretende di dire la verità, ma poi alla fine è tutto cinema.
Il teatro è condannato a morire da sé e deve consegnare il suo retaggio al cinematografo. Il cinematografo, tramutati in un ramo industriale l'ingenuo realismo e l'artisticità di Cechov e Gorki, spiana la strada al teatro dell'avvenire, alla libera arte dell'attore.