Si parla della propria infanzia quando non c'è più, quando non la si capisce più molto bene.— Eugène Ionesco
Si parla della propria infanzia quando non c'è più, quando non la si capisce più molto bene.
Dove non c'è umorismo non c'è umanità; dove non c'è umorismo (questa libertà che si prende, questo distacco di fronte a se stessi) c'è il campo di concentramento.
Una fraternità fondata sulla metafisica è più sicura di una fraternità o di un cameratismo fondati sulla politica.
Vivere al di là del bene e del male, considerare una cosa al di là del bene e del male, come voleva Nietzsche, non è possibile. Egli stesso è diventato pazzo di pietà, vedendo un vecchio cavallo cadere a terra e morire.
Chi è più saggio? Colui che accetta tutto o colui che ha deciso di non accettare nulla? La rassegnazione è saggezza?
La giustizia non è equità, è vendetta e castigo.
La vita è l'infanzia della nostra immortalità.
Nell'arco della vita puoi incontrare un sacco di persone e di qualcuna diventare veramente amico. Ma chi ha passato con te il periodo dell'adolescenza conserva un posto speciale. Forse più ancora dei compagni dell'infanzia.
L'infanzia è senza pietà.
Se l'adulto rimpiange l'infanzia, è perché non la ricorda o perché la ricorda male.
La mia infanzia è stata un periodo di attesa del momento in cui potessi mandare al diavolo tutto e tutti di quel tempo.
Una volta usciti dall'infanzia, occorre soffrire molto a lungo per rientrarvi.
L'infanzia è il luogo più protetto.
Gli scrittori nascono con un'eccezionale capacità di osservazione: sin dall'infanzia guardano le persone, le cose, la vita, se stessi in modo incessante e piano piano cominciano a interpretare certi tratti, certe scene che non sono ovvie, che non sono in superficie.
Ho sentito una sorta di ingovernabile pazzia nei perversi atti sessuali. Non ho potuto controllare le mie azioni perchè sin dall'infanzia non sono mai stato capace di vedermi come un vero uomo e un completo essere umano.
Inevitabilmente tutti i grandi uomini conservano qualcosa di infantile.