Gli uomini spesso deridono ciò che è bello e buono.— Fëdor Dostoevskij
Gli uomini spesso deridono ciò che è bello e buono.
Dicono che chi è sazio non può capire chi è affamato; io aggiungo che un affamato non capisce un altro affamato.
A un proprietario sfaccendato, carico di denaro, poteva anche sembrare naturale che l'intelligenza si comprasse al mercato, specialmente in un paese come la Svizzera.
Un essere che s'adatta a tutto: ecco, forse, la miglior definizione che si possa dare dell'uomo.
Vi giuro, signori, che aver coscienza di troppe cose è una malattia, una vera e propria malattia. Eppure sono convinto che non soltanto una coscienza eccessiva, ma la coscienza stessa è una malattia.
È una scienza, quella delle chiacchiere, che ha le sue seduzioni.
Con la mancanza di collera si vinca la collera. Con la bontà si vinca la cattiveria. Con la generosità si vinca l'avarizia. Con la verità si vinca il menzognero.
La bontà nella donna è debolezza, nell'uomo carattere; però più frequente in quella che in questo.
La bontà civilizza l'intelligenza.
I tormenti della bontà che non può sfogarsi, sono forse peggiori di quelli della malvagità sfogata.
Non solo gli uomini, ma anche gli animali nella vecchiaia diventano più buoni.
Nessuno è buono, se non Dio solo.
Bontà divina, che bei diamanti. La bontà divina non ha nulla a che vedere con tutto questo, carino.
La bontà viene premiata. Ricordalo figlio mio e vivi di conseguenza.
Il più straordinario degli innumerevoli enigmi umani è l'esistenza (certa, dimostrabile, indubitabile, e sempre nuova sotto il sole) ? qua e là ? dei buoni.
Io sono un uomo comune che ha lavorato duramente per sviluppare il talento che gli è stata donato. Ho creduto in me, e io credo nella bontà altrui.