Molto spesso, col cambiare del governo, per i poveri cambia solo il nome del padrone.— Fedro
Molto spesso, col cambiare del governo, per i poveri cambia solo il nome del padrone.
Non sempre le cose sono come sembrano, il loro primo aspetto inganna molti: di rado la mente scopre che cosa è nascosto nel loro intimo.
La mente dovrebbe ogni tanto trovare qualche distrazione, perché con ciò possa meglio rivolgersi al pensiero.
Non bisogna mai fare società con i più forti e i più furbi perché il debole o l'ingenuo ne uscirà sempre con le ossa rotte.
Il debole, quando vuole imitare il potente, va in rovina.
Di solito l'offeso ripaga con la stessa moneta.
I governi sono le vele, il popolo è il vento, lo stato è l'imbarcazione, il tempo è il mare.
Quali sono nello stato i capi, tali sono gli altri cittadini.
Un governo espresso da un Parlamento così povero di conoscenze specifiche non precede le situazioni, ne è trascinato.
È meglio abolire la servitù dall'alto che attendere che si abolisca da sé dal basso.
Non vi è forma di disonestà nella quale persone altrimenti oneste cadano più facilmente e frequentemente del frodare il governo.
Il miglior modo di essere sicuri che il governo non abusi del potere è di non garantirglielo in primo luogo.
La rivoluzione, se vuol resistere, deve restare rivoluzione. Se diventa governo è già fallita... dovunque la rivoluzione ha cessato di essere permanente, là è ritornata la tirannia.
Il governo non ha altro fine che proteggere la proprietà.
I governi italiani per avere i voti del Sud concessero i pieni poteri alla piccola borghesia, delinquente e putrefatta, spiantata, imbestialita, cacciatrice d'impieghi e di favori personali, ostile a qualunque iniziativa potesse condurre a una vita meno ignobile e più umana.
La situazione paradossale del nostro tempo è che siamo governati da uomini non, come pretenderebbe la classica teoria aristotelica, perché non siamo governati dal diritto, ma esattamente perché lo siamo.