La critica è venefica e benefica.— Francesco Algarotti
La critica è venefica e benefica.
La gelosia ha da entrar nell'amore, come nelle vivande la noce moscata. Ci ha da essere, ma non si ha da sentire.
Quel poeta che non saprà che la lingua volgare non sarà che un poeta volgare.
I filosofi non sono meno fastidiosi, e niente meno da temere dei gelosi; con quel loro volere guardare le cose tanto per sottile, gli uni cercano di distruggere la virtù, e gli altri la bellezza.
Quanti uomini non si hanno in pregio, quante donne non si dicon belle, per quello che non è loro? Togli via gli accompagnamenti dalle ariette di musica; e vedrai quello che sono.
Col proprio naturale convien fare come col cavallo che hai sotto, dare e togliere, secondarlo e correggerlo.
A meno che un critico abbia il coraggio di lodarti senza riserve, io dico, ignora il bastardo.
Dai un dito a un critico e questo scriverà una commedia.
La gente ti chiede una critica, ma in realtà vuole soltanto una lode.
Il censurare e il lodare sono operazioni sentimentali che nulla hanno a che vedere con la critica.
Un'epoca che non possiede critica è anche un'epoca in cui l'arte è immobile, ieratica, e confinata alla riproduzione di tipi formali, o un'epoca che non possiede arte del tutto.
Critica. Una cosa che può essere evitata non dicendo nulla, non facendo nulla e non essendo nessuno.
Si dice che il poeta nasce; anche il critico nasce; anche nel critico ci è una parte geniale, che gli dee dar la natura.
I critici giudicano le opere e non sanno di essere giudicati.
Il critico capace dovrebbe essere un filosofo, perché dalla filosofia ha imparato la serenità, l'imparzialità, e la transitorietà delle cose della vita umana.
Ogni critico è propriamente una donna nell'età critica, astioso e refoulé.