È facile criticare giustamente; è difficile eseguire anche mediocremente.
La natura è bella e buona quando ci è propizia, brutta e cattiva quando ci affligge. Sovente è ai nostri stessi sforzi ch'essa deve almeno una parte del suo fascino.
Se la ragione ci è stata offerta dal Cielo e lo stesso si può dire della fede, allora il Cielo ci ha presentato due doni incompatibili e contraddittori.
Non bisogna immaginare Dio né troppo buono né cattivo. La giustizia si trova tra l'eccesso di clemenza e la crudeltà; così come le pene limitate stanno tra l'impunità e le pene eterne.
Colosso dai piedi di creta.
Se sentite una donna dir male dell'amore ed un letterato della fama, state pur certi che la donna sta invecchiando e che il talento del letterato è in declino.
Le critiche sincere non significano nulla: quello che occorre è una passione senza freni, fuoco per fuoco.
Ascolta i critici anche quando non sono giusti, resisti loro anche se lo sono.
È solo attraverso l'intensificazione della sua propria personalità che il critico può interpretare la personalità e l'opera di altri, e più questa personalità entra con forza nell'interpretazione più reale diventa l'interpretazione.
Gli insetti pungono non per cattiveria ma perché vogliono vivere anche loro; lo stesso è dei critici: vogliono il nostro sangue, non il nostro dolore.
Che sciocca occupazione quella d'impedirci di provare un piacere o farci arrossire di quello che abbiamo provato! È l'occupazione del critico.
Si dice che il poeta nasce; anche il critico nasce; anche nel critico ci è una parte geniale, che gli dee dar la natura.
Dai un dito a un critico e questo scriverà una commedia.
Il critico è simile all'attore; entrambi non riproducono semplicemente il mondo poetico, ma lo integrano.
Ogni critico è propriamente una donna nell'età critica, astioso e refoulé.
Il cattivo critico critica il poeta, non la poesia.
Accetto con gratitudine la più aspra critica, se soltanto rimane imparziale.
La critica salutare, ben informata ed equilibrata è l'ozono della vita pubblica.
Io ho dei critici una allegra vendetta. Ché le mie appassionate lettrici e amiche sono appunto le loro mogli, le loro sorelle.
La critica va fatta a tempo; bisogna disfarsi del brutto vizio di criticare dopo.
Credo che la critica si giochi in una dimensione solitaria, oggi più che in passato. Il critico ha bisogno di amici, non di complici come è accaduto con i giochi di squadra della stagione ermetica.
I critici devono sapere di più, e scrivere di meno.
Forse il peso specifico di un critico è null'altro che il suo desiderio di verità.
Quale è il vero critico se non colui che porta in sé i sogni e le idee e i sentimenti di miriadi di generazioni, e a cui nessuna forma di pensiero è estranea, nessun impulso di emozioni oscuro?
La critica della religione è il fondamento di ogni critica.
Fanculo i mediocri!
La calunnia sdegna i mediocri e si afferra ai grandi.
La mediocrità annichilisce, appiattisce, rende tutti uguali. La fantasia e i sogni sottolineano le nostre risorse interne, cioè il nostro stesso segreto di vivere.
La tendenza generale del mondo è quella di fare della mediocrità la potenza dominante.
Ottiene di più una mente mediocre grazie all'applicazione che un ingegno eccellente senza di essa.
L'uomo mediocre si ferma troppo presto dopo il pensiero giusto; di qui le tante mezze verità che sono nel mondo.
Essere un mediocre non è una pena. La pena è accorgersene. Ma è un mediocre chi s'avvede d'esserlo?
I grandi spiriti hanno sempre trovato la violenta opposizione delle menti mediocri. La mente mediocre è incapace di comprendere l'uomo che rifiuta d'inchinarsi ciecamente ai pregiudizi convenzionali e sceglie, invece, di esprimere le proprie opinioni con coraggio e onestà.
L'attesa attenua le passioni mediocri e aumenta le grandi.
Gli uomini politici italiani, in generale, sono mediocri.
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