La gente ti chiede una critica, ma in realtà vuole solo una lode.
Gli ignoranti non possono non odiare, e temere insieme, coloro che si occupano delle cose ch'essi non capiscono.
Vi sono tre regole fondamentali per scrivere un romanzo. Per sfortuna nessuno le conosce.
Niente è più facile che sopportare con forza d'animo le sventure altrui.
La bellezza è estasi; è semplice come il desiderio del cibo. Non si può dire altro sostanzialmente, è come il profumo di una rosa: lo puoi solo odorare.
Uno cerca d'infischiarsene dell'opinione pubblica, ma non è facile. Quando ci è ostile, l'opinione pubblica provoca fatalmente in noi un antagonismo che turba.
Non si può criticare ed essere diplomatici allo stesso tempo.
La critica della religione è il fondamento di ogni critica.
La critica, come la intendo io, viene scritta nella speranza che le cose migliorino.
Irritarsi per una critica vuol dire riconoscere di averla meritata.
La critica non ha strappato i fiori immaginari dalla catena perché l'uomo continui a trascinarla triste e spoglia, ma perché la getti via e colga il fiore vivo.
Quali cose umane non sono esposte al pericolo della degenerazione? I critici dei critici vi porranno riparo.
Gli insetti pungono non per cattiveria ma perché vogliono vivere anche loro; lo stesso è dei critici: vogliono il nostro sangue, non il nostro dolore.
Io ho dei critici una allegra vendetta. Ché le mie appassionate lettrici e amiche sono appunto le loro mogli, le loro sorelle.
Il piacere della critica ci toglie quello di essere vivamente colpiti da cose bellissime.