Quale è il vero critico se non colui che porta in sé i sogni e le idee e i sentimenti di miriadi di generazioni, e a cui nessuna forma di pensiero è estranea, nessun impulso di emozioni oscuro?
Gli storici antichi ci hanno lasciato una letteratura dilettevole sotto forma di fatti; i romanzieri moderni ci offrono fatti noiosi sotto forma di letteratura.
Il poeta può sopportare tutto, tranne un errore di stampa.
L'autorità è sempre degradante: degrada sia coloro che la esercitano, sia coloro che la subiscono.
Essere anormale vuole spesso dire essere grande. Essere naturale vuol quasi sempre dire essere stupido.
I bei modi, prima della morale!
Credo che la critica si giochi in una dimensione solitaria, oggi più che in passato. Il critico ha bisogno di amici, non di complici come è accaduto con i giochi di squadra della stagione ermetica.
La critica, come la intendo io, viene scritta nella speranza che le cose migliorino.
Un "critico" è un uomo che non crea nulla e proprio perciò si ritiene qualificato a giudicare il lavoro degli uomini creativi, Vi è logica, in questo: lui non ha preconcetti... odia allo stesso modo tutti gli individui creativi.
È facile criticare giustamente; è difficile eseguire anche mediocremente.
Criticare è valutare, impadronirsi, prendere possesso intellettuale, insomma stabilire un rapporto con la cosa criticata e farla propria.
Irritarsi per una critica vuol dire riconoscere di averla meritata.
La critica salutare, ben informata ed equilibrata è l'ozono della vita pubblica.
Forse il peso specifico di un critico è null'altro che il suo desiderio di verità.
Tu puoi individuare il cattivo critico allorquando comincia a discutere il poeta e non la poesia.
Il piacere della critica ci toglie quello di essere vivamente colpiti da cose bellissime.
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