La critica, come la intendo io, viene scritta nella speranza che le cose migliorino.— Ezra Pound
La critica, come la intendo io, viene scritta nella speranza che le cose migliorino.
Il provincialismo è qualcosa di più dell'ignoranza. È ignoranza più una volontà di uniformità.
Un uomo che legge dovrebbe essere un uomo intensamente vivo. Il libro dovrebbe essere una palla di luce nelle sue mani.
Credo nelle idee che diventano azioni.
I burocrati sono una malattia. Si suppone che siano necessari, cosi come si suppone che siano necessarie alla vita certe sostanze chimiche, ma provocano la morte se crescono oltre un certo limite.
Lo schiavo è quello che aspetta qualcuno a liberarlo.
Io ho dei critici una allegra vendetta. Ché le mie appassionate lettrici e amiche sono appunto le loro mogli, le loro sorelle.
Il critico dovrebbe, per poter dare un giudizio definitivo, rifare il corso del mondo sino all'opera d'arte da giudicare, in due parole, essere uguale a Dio.
Un critico è un uomo che conosce la strada, ma non sa guidare l'auto.
È facile criticare giustamente; è difficile eseguire anche mediocremente.
La critica innalza perché non vede l'ora di abbattere.
Il piacere della critica ci toglie quello di essere vivamente colpiti da cose bellissime.
I critici devono sapere di più, e scrivere di meno.
Criticare è valutare, impadronirsi, prendere possesso intellettuale, insomma stabilire un rapporto con la cosa criticata e farla propria.
Forse il peso specifico di un critico è null'altro che il suo desiderio di verità.