La critica, come la intendo io, viene scritta nella speranza che le cose migliorino.
Il genio è la capacità di vedere dieci cose là dove l'uomo comune ne vede solo una, e dove l'uomo di talento ne vede due o tre.
Tutto ciò che l'aforista può fare è stabilire le assi di riferimento.
I critici devono sapere di più, e scrivere di meno.
Le arti, quando sono sane, sono succinte.
Molti scrittori falliscono più per la mancanza di carattere che per la mancanza d'intelligenza.
Accetto con gratitudine la più aspra critica, se soltanto rimane imparziale.
Tu puoi individuare il cattivo critico allorquando comincia a discutere il poeta e non la poesia.
Io ho dei critici una allegra vendetta. Ché le mie appassionate lettrici e amiche sono appunto le loro mogli, le loro sorelle.
Gli insetti pungono non per cattiveria ma perché vogliono vivere anche loro; lo stesso è dei critici: vogliono il nostro sangue, non il nostro dolore.
Non si può criticare ed essere diplomatici allo stesso tempo.
Forse il peso specifico di un critico è null'altro che il suo desiderio di verità.
Spesso la critica non è scienza; è un mestiere, in cui occorre più salute che intelligenza, più fatica che capacità, più abitudine che genio.
La gente ti chiede una critica, ma in realtà vuole solo una lode.
Credo che la critica si giochi in una dimensione solitaria, oggi più che in passato. Il critico ha bisogno di amici, non di complici come è accaduto con i giochi di squadra della stagione ermetica.
Login in corso...