La critica, come la intendo io, viene scritta nella speranza che le cose migliorino.
Un uomo di buona volontà lascia un'idea falsa appena si accorge della sua falsità e rigetta un'affermazione sbagliata non appena venga corretto.
Il genio è la capacità di vedere dieci cose là dove l'uomo comune ne vede solo una, e dove l'uomo di talento ne vede due o tre.
Il tempo libero non lo si guadagna rimanendo senza lavoro. Tempo libero vuol dire tempo libero privo di ansietà. Qualsiasi tempo libero non assolutamente ossessionato dalla preoccupazione può diventare un mezzo di "vita migliore".
Ci s'inaridisce per mancanza di curiosità.
Anche se l'affermazione di un ignorante è "vera" essa lascia la sua bocca o la sua penna senza grande validità. Egli non sa che cosa sta dicendo.
La critica va fatta a tempo; bisogna disfarsi del brutto vizio di criticare dopo.
Non prestate alcuna attenzione alla critica degli uomini che non hanno, loro stessi, scritto un'opera notevole.
Gli insetti pungono non per cattiveria ma perché vogliono vivere anche loro; lo stesso è dei critici: vogliono il nostro sangue, non il nostro dolore.
La critica è indulgente coi corvi e si accanisce con le colombe.
Irritarsi per una critica vuol dire riconoscere di averla meritata.
Tu puoi individuare il cattivo critico allorquando comincia a discutere il poeta e non la poesia.
La critica è una spazzola che non si può usare sulle stoffe leggere, dove porterebbe via tutto.
È facile criticare giustamente; è difficile eseguire anche mediocremente.
Non si può criticare ed essere diplomatici allo stesso tempo.
Credo che la critica si giochi in una dimensione solitaria, oggi più che in passato. Il critico ha bisogno di amici, non di complici come è accaduto con i giochi di squadra della stagione ermetica.
Login in corso...