Forse il peso specifico di un critico è null'altro che il suo desiderio di verità.
I critici devono sapere di più, e scrivere di meno.
Quello che conta non è tanto l'idea, ma la capacità di crederci.
L'arte non chiede mai a nessuno di fare nulla, di pensare nulla, di essere nulla. Esiste come esiste l'albero, si può ammirare, ci si può sedere alla sua ombra, si possono coglierne banane, si può tagliarne legna da ardere, si può fare assolutamente tutto quel che si vuole.
Il pensare divide, il sentire unisce.
La bellezza è un breve sospiro tra un cliché e un altro.
La critica è una spazzola che non si può usare sulle stoffe leggere, dove porterebbe via tutto.
Tu puoi individuare il cattivo critico allorquando comincia a discutere il poeta e non la poesia.
Non si può criticare ed essere diplomatici allo stesso tempo.
Non prestate alcuna attenzione alla critica degli uomini che non hanno, loro stessi, scritto un'opera notevole.
La critica va fatta a tempo; bisogna disfarsi del brutto vizio di criticare dopo.
Il critico dovrebbe, per poter dare un giudizio definitivo, rifare il corso del mondo sino all'opera d'arte da giudicare, in due parole, essere uguale a Dio.
Talora la più efficace critica di un testo è proprio la sua parodia.
Un critico è un uomo che conosce la strada, ma non sa guidare l'auto.
Accetto con gratitudine la più aspra critica, se soltanto rimane imparziale.
Spesso la critica non è scienza; è un mestiere, in cui occorre più salute che intelligenza, più fatica che capacità, più abitudine che genio.