Non prestate alcuna attenzione alla critica degli uomini che non hanno, loro stessi, scritto un'opera notevole.
Le arti, comprese la poesia e la letteratura, dovrebbero essere insegnate dagli artisti che le praticano, non da sterili professori.
I disordini non avranno mai fine, non avremo mai una sana amministrazione della cosa pubblica, se non acquisteremo una nozione precisa e netta della natura e della funzione del denaro.
La storia del mondo la storia di temperamenti in contrasto.
Non riesco a immaginare come un artista serio possa mai considerarsi soddisfatto del proprio lavoro.
Una buona educazione poetica non è che la scienza di essere scontenti.
Tu puoi individuare il cattivo critico allorquando comincia a discutere il poeta e non la poesia.
Quale è il vero critico se non colui che porta in sé i sogni e le idee e i sentimenti di miriadi di generazioni, e a cui nessuna forma di pensiero è estranea, nessun impulso di emozioni oscuro?
La critica è indulgente coi corvi e si accanisce con le colombe.
La critica innalza perché non vede l'ora di abbattere.
I critici devono sapere di più, e scrivere di meno.
Il piacere della critica ci toglie quello di essere vivamente colpiti da cose bellissime.
Criticare è valutare, impadronirsi, prendere possesso intellettuale, insomma stabilire un rapporto con la cosa criticata e farla propria.
Gli insetti pungono non per cattiveria ma perché vogliono vivere anche loro; lo stesso è dei critici: vogliono il nostro sangue, non il nostro dolore.
Credo che la critica si giochi in una dimensione solitaria, oggi più che in passato. Il critico ha bisogno di amici, non di complici come è accaduto con i giochi di squadra della stagione ermetica.
Forse il peso specifico di un critico è null'altro che il suo desiderio di verità.
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