Non prestate alcuna attenzione alla critica degli uomini che non hanno, loro stessi, scritto un'opera notevole.
Io credo più nelle cose che nelle parole.
La fede è un crampo, una paralisi, un'atrofia della mente in certe posizioni.
Il genio è la capacità di vedere dieci cose là dove l'uomo comune ne vede solo una, e dove l'uomo di talento ne vede due o tre.
Questo è il mio consiglio ai giovani: avere curiosità.
Forse il peso specifico di un critico è null'altro che il suo desiderio di verità.
Un critico è un uomo che conosce la strada, ma non sa guidare l'auto.
La critica della religione è il fondamento di ogni critica.
La critica non ha strappato i fiori immaginari dalla catena perché l'uomo continui a trascinarla triste e spoglia, ma perché la getti via e colga il fiore vivo.
Il critico dovrebbe, per poter dare un giudizio definitivo, rifare il corso del mondo sino all'opera d'arte da giudicare, in due parole, essere uguale a Dio.
Io ho dei critici una allegra vendetta. Ché le mie appassionate lettrici e amiche sono appunto le loro mogli, le loro sorelle.
La critica innalza perché non vede l'ora di abbattere.
Quale è il vero critico se non colui che porta in sé i sogni e le idee e i sentimenti di miriadi di generazioni, e a cui nessuna forma di pensiero è estranea, nessun impulso di emozioni oscuro?
Accetto con gratitudine la più aspra critica, se soltanto rimane imparziale.
Quali cose umane non sono esposte al pericolo della degenerazione? I critici dei critici vi porranno riparo.
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