Non prestate alcuna attenzione alla critica degli uomini che non hanno, loro stessi, scritto un'opera notevole.
Gli artisti sono le antenne della razza.
Le arti, quando sono sane, sono succinte.
I burocrati sono una malattia. Si suppone che siano necessari, cosi come si suppone che siano necessarie alla vita certe sostanze chimiche, ma provocano la morte se crescono oltre un certo limite.
Un sano tirocinio poetico non consiste in altro che nell'imparare ad essere scontenti.
È la capacità di vedere dieci cose dove l'uomo comune ne vede una o dove l'uomo di talento ne vede due o tre.
Quale è il vero critico se non colui che porta in sé i sogni e le idee e i sentimenti di miriadi di generazioni, e a cui nessuna forma di pensiero è estranea, nessun impulso di emozioni oscuro?
Gli insetti pungono non per cattiveria ma perché vogliono vivere anche loro; lo stesso è dei critici: vogliono il nostro sangue, non il nostro dolore.
La critica va fatta a tempo; bisogna disfarsi del brutto vizio di criticare dopo.
La critica salutare, ben informata ed equilibrata è l'ozono della vita pubblica.
La critica non ha strappato i fiori immaginari dalla catena perché l'uomo continui a trascinarla triste e spoglia, ma perché la getti via e colga il fiore vivo.
È facile criticare giustamente; è difficile eseguire anche mediocremente.
La critica della religione è il fondamento di ogni critica.
La gente ti chiede una critica, ma in realtà vuole solo una lode.
La critica, come la intendo io, viene scritta nella speranza che le cose migliorino.
Io ho dei critici una allegra vendetta. Ché le mie appassionate lettrici e amiche sono appunto le loro mogli, le loro sorelle.
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