Irritarsi per una critica vuol dire riconoscere di averla meritata.
Il valore non serve a nulla, la sorte domina su tutto, e i più coraggiosi spesso cadono per mano dei codardi.
Conviene alle donne di piangere, ma agli uomini di ricordare.
Noi vediamo molti che stanno combattendo contro le avversità che sono felici, e molti sebbene abbondino nella ricchezza, che sono disperati.
È proprio della natura umana odiare colui al quale si è recato danno.
Il vizio esisterà finché esisteranno gli uomini.
La critica salutare, ben informata ed equilibrata è l'ozono della vita pubblica.
Quale è il vero critico se non colui che porta in sé i sogni e le idee e i sentimenti di miriadi di generazioni, e a cui nessuna forma di pensiero è estranea, nessun impulso di emozioni oscuro?
Non si può criticare ed essere diplomatici allo stesso tempo.
La critica è indulgente coi corvi e si accanisce con le colombe.
Gli insetti pungono non per cattiveria ma perché vogliono vivere anche loro; lo stesso è dei critici: vogliono il nostro sangue, non il nostro dolore.
È facile criticare giustamente; è difficile eseguire anche mediocremente.
Talora la più efficace critica di un testo è proprio la sua parodia.
Forse il peso specifico di un critico è null'altro che il suo desiderio di verità.
Criticare è valutare, impadronirsi, prendere possesso intellettuale, insomma stabilire un rapporto con la cosa criticata e farla propria.
I critici devono sapere di più, e scrivere di meno.
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