Irritarsi per una critica vuol dire riconoscere di averla meritata.— Tacito
Irritarsi per una critica vuol dire riconoscere di averla meritata.
Anche per i saggi la brama di gloria è l'ultima passione di cui si spogliano.
La ragione e il giudizio sono le qualità di un leader.
La lontananza aumenta il prestigio.
Non bisogna indugiare quando è più pericoloso far nulla che non osare.
Il desiderio di gloria è l'ultima aspirazione di cui riescono a liberarsi anche gli uomini più saggi.
Quali cose umane non sono esposte al pericolo della degenerazione? I critici dei critici vi porranno riparo.
Il piacere della critica ci toglie quello di essere vivamente colpiti da cose bellissime.
Gli insetti pungono non per cattiveria ma perché vogliono vivere anche loro; lo stesso è dei critici: vogliono il nostro sangue, non il nostro dolore.
La critica della religione è il fondamento di ogni critica.
Spesso la critica non è scienza; è un mestiere, in cui occorre più salute che intelligenza, più fatica che capacità, più abitudine che genio.
Un "critico" è un uomo che non crea nulla e proprio perciò si ritiene qualificato a giudicare il lavoro degli uomini creativi, Vi è logica, in questo: lui non ha preconcetti... odia allo stesso modo tutti gli individui creativi.
La critica va fatta a tempo; bisogna disfarsi del brutto vizio di criticare dopo.
La critica salutare, ben informata ed equilibrata è l'ozono della vita pubblica.
Forse il peso specifico di un critico è null'altro che il suo desiderio di verità.
Criticare è valutare, impadronirsi, prendere possesso intellettuale, insomma stabilire un rapporto con la cosa criticata e farla propria.