I critici devono sapere di più, e scrivere di meno.
È necessario tenere le proprie idee separate e non lasciarle urtare l'una contro l'altra.
Nessun uomo conosce il significato di una QUALSIASI cosa pubblicata in un qualsiasi giornale se non conosce quali interessi controllano il giornale.
Oggi il nome "democrazia" è rimasto alle usurocrazie, o alle daneistocrazie, se preferite una parola accademicamente corretta, ma forse meno comprensibile, che significa: dominio dei prestatori di denaro.
Pensiamo perché non sappiamo.
Li ho visti tra le nuvole sull'erica. Eccoli! Non sostano né per amore né per dolore, Eppure i loro sguardi sono quelli di un'innamorata, Quando il cervo bianco irrompe dal coperto E il vento bianco rompe il mattino.
Quali cose umane non sono esposte al pericolo della degenerazione? I critici dei critici vi porranno riparo.
Un "critico" è un uomo che non crea nulla e proprio perciò si ritiene qualificato a giudicare il lavoro degli uomini creativi, Vi è logica, in questo: lui non ha preconcetti... odia allo stesso modo tutti gli individui creativi.
La critica salutare, ben informata ed equilibrata è l'ozono della vita pubblica.
La critica è una spazzola che non si può usare sulle stoffe leggere, dove porterebbe via tutto.
Forse il peso specifico di un critico è null'altro che il suo desiderio di verità.
La critica va fatta a tempo; bisogna disfarsi del brutto vizio di criticare dopo.
È facile criticare giustamente; è difficile eseguire anche mediocremente.
La critica è indulgente coi corvi e si accanisce con le colombe.
La critica non ha strappato i fiori immaginari dalla catena perché l'uomo continui a trascinarla triste e spoglia, ma perché la getti via e colga il fiore vivo.
Gli insetti pungono non per cattiveria ma perché vogliono vivere anche loro; lo stesso è dei critici: vogliono il nostro sangue, non il nostro dolore.
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