Spesso la critica non è scienza; è un mestiere, in cui occorre più salute che intelligenza, più fatica che capacità, più abitudine che genio.
Il silenzio è la saggezza degli sciocchi.
Ci sono poche donne così perfette da impedire che un marito non si penta almeno una volta al giorno d'aver una moglie o che giudichi felice chi non l'ha.
In amicizia non si può andare lontano se non si è disposti a perdonarsi scambievolmente i piccoli difetti.
Un uomo di ingegno mediocre crede di scrivere divinamente; uno di solido ingegno ritiene di scrivere passabilmente.
Accade talvolta che una donna nasconda a un uomo tutta la passione che prova per lui, mentre lui, dal canto suo, finge per lei tutta la passione che non sente.
Gli insetti pungono non per cattiveria ma perché vogliono vivere anche loro; lo stesso è dei critici: vogliono il nostro sangue, non il nostro dolore.
Talora la più efficace critica di un testo è proprio la sua parodia.
Il critico dovrebbe, per poter dare un giudizio definitivo, rifare il corso del mondo sino all'opera d'arte da giudicare, in due parole, essere uguale a Dio.
La critica va fatta a tempo; bisogna disfarsi del brutto vizio di criticare dopo.
La critica è una spazzola che non si può usare sulle stoffe leggere, dove porterebbe via tutto.
La critica non ha strappato i fiori immaginari dalla catena perché l'uomo continui a trascinarla triste e spoglia, ma perché la getti via e colga il fiore vivo.
Non prestate alcuna attenzione alla critica degli uomini che non hanno, loro stessi, scritto un'opera notevole.
La critica della religione è il fondamento di ogni critica.
Criticare è valutare, impadronirsi, prendere possesso intellettuale, insomma stabilire un rapporto con la cosa criticata e farla propria.
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