La critica è indulgente coi corvi e si accanisce con le colombe.
Tutti qui viviamo in una condizione di ambiziosa povertà.
Anche alle cose belle il saggio dà un limite.
Nessun colpevole può essere assolto dal tribunale della sua coscienza.
Il bambino ha diritto al più grande rispetto.
Il popolino ormai chiede a gran voce solo due cose: pane e divertimenti.
La critica non ha strappato i fiori immaginari dalla catena perché l'uomo continui a trascinarla triste e spoglia, ma perché la getti via e colga il fiore vivo.
La critica, come la intendo io, viene scritta nella speranza che le cose migliorino.
Il critico dovrebbe, per poter dare un giudizio definitivo, rifare il corso del mondo sino all'opera d'arte da giudicare, in due parole, essere uguale a Dio.
Forse il peso specifico di un critico è null'altro che il suo desiderio di verità.
La critica della religione è il fondamento di ogni critica.
Un "critico" è un uomo che non crea nulla e proprio perciò si ritiene qualificato a giudicare il lavoro degli uomini creativi, Vi è logica, in questo: lui non ha preconcetti... odia allo stesso modo tutti gli individui creativi.
Criticare è valutare, impadronirsi, prendere possesso intellettuale, insomma stabilire un rapporto con la cosa criticata e farla propria.
Tu puoi individuare il cattivo critico allorquando comincia a discutere il poeta e non la poesia.
Un critico è un uomo che conosce la strada, ma non sa guidare l'auto.
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