La critica salutare, ben informata ed equilibrata è l'ozono della vita pubblica.
Nessuna civiltà potrà essere considerata tale se cercherà di prevalere sulle altre.
La vera felicità dell'uomo sta nell'accontentarsi. Chi sia insoddisfatto, per quanto possieda, diventa schiavo dei suoi desideri.
Il silenzio delle labbra cucite non è silenzio. Si può raggiungere lo stesso risultato tagliandosi la lingua, ma nemmeno quello sarebbe silenzio. È silenzioso colui che, potendo parlare, non proferisce alcuna parola inutile.
L'uomo è l'immagine dei suoi pensieri.
Il desiderio sincero e puro del cuore è sempre soddisfatto.
Credo che la critica si giochi in una dimensione solitaria, oggi più che in passato. Il critico ha bisogno di amici, non di complici come è accaduto con i giochi di squadra della stagione ermetica.
È facile criticare giustamente; è difficile eseguire anche mediocremente.
Il piacere della critica ci toglie quello di essere vivamente colpiti da cose bellissime.
Io ho dei critici una allegra vendetta. Ché le mie appassionate lettrici e amiche sono appunto le loro mogli, le loro sorelle.
Irritarsi per una critica vuol dire riconoscere di averla meritata.
I critici devono sapere di più, e scrivere di meno.
Accetto con gratitudine la più aspra critica, se soltanto rimane imparziale.
Quale è il vero critico se non colui che porta in sé i sogni e le idee e i sentimenti di miriadi di generazioni, e a cui nessuna forma di pensiero è estranea, nessun impulso di emozioni oscuro?
La critica non ha strappato i fiori immaginari dalla catena perché l'uomo continui a trascinarla triste e spoglia, ma perché la getti via e colga il fiore vivo.
Spesso la critica non è scienza; è un mestiere, in cui occorre più salute che intelligenza, più fatica che capacità, più abitudine che genio.
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