Un critico è un uomo che conosce la strada, ma non sa guidare l'auto.— Kenneth Tynan
Un critico è un uomo che conosce la strada, ma non sa guidare l'auto.
Un critico è un tizio che conosce la strada ma non sa guidare.
Una nevrosi è un segreto che non sai di custodire.
Forse il peso specifico di un critico è null'altro che il suo desiderio di verità.
La gente ti chiede una critica, ma in realtà vuole solo una lode.
Gli insetti pungono non per cattiveria ma perché vogliono vivere anche loro; lo stesso è dei critici: vogliono il nostro sangue, non il nostro dolore.
Credo che la critica si giochi in una dimensione solitaria, oggi più che in passato. Il critico ha bisogno di amici, non di complici come è accaduto con i giochi di squadra della stagione ermetica.
La critica è una spazzola che non si può usare sulle stoffe leggere, dove porterebbe via tutto.
Il piacere della critica ci toglie quello di essere vivamente colpiti da cose bellissime.
Criticare è valutare, impadronirsi, prendere possesso intellettuale, insomma stabilire un rapporto con la cosa criticata e farla propria.
Io ho dei critici una allegra vendetta. Ché le mie appassionate lettrici e amiche sono appunto le loro mogli, le loro sorelle.
La critica non ha strappato i fiori immaginari dalla catena perché l'uomo continui a trascinarla triste e spoglia, ma perché la getti via e colga il fiore vivo.
Talora la più efficace critica di un testo è proprio la sua parodia.