La critica non ha strappato i fiori immaginari dalla catena perché l'uomo continui a trascinarla triste e spoglia, ma perché la getti via e colga il fiore vivo.
Il potere politico è il potere di una classe organizzato per opprimerne un'altra.
La libertà è il diritto di fare ed esercitare tutto ciò che non nuoce ad altri. Il confine entro il quale ciascuno può muoversi senza nocumento altrui, è stabilito per mezzo della legge, come il limite tra due campi è stabilito per mezzo di un cippo.
I filosofi hanno solo interpretato il mondo in vari modi; ma il punto ora è di cambiarlo.
Lo Stato è il mediatore tra l'uomo e la libertà dell'uomo.
La coscienza non può mai essere qualcosa di diverso dall'essere cosciente.
Gli insetti pungono non per cattiveria ma perché vogliono vivere anche loro; lo stesso è dei critici: vogliono il nostro sangue, non il nostro dolore.
Un critico è un uomo che conosce la strada, ma non sa guidare l'auto.
La gente ti chiede una critica, ma in realtà vuole solo una lode.
Accetto con gratitudine la più aspra critica, se soltanto rimane imparziale.
I critici devono sapere di più, e scrivere di meno.
Spesso la critica non è scienza; è un mestiere, in cui occorre più salute che intelligenza, più fatica che capacità, più abitudine che genio.
La critica innalza perché non vede l'ora di abbattere.
Forse il peso specifico di un critico è null'altro che il suo desiderio di verità.
Il critico dovrebbe, per poter dare un giudizio definitivo, rifare il corso del mondo sino all'opera d'arte da giudicare, in due parole, essere uguale a Dio.
La critica salutare, ben informata ed equilibrata è l'ozono della vita pubblica.
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