Uno scrittore con l'animo in pace non è uno scrittore.— Francesco Burdin
Uno scrittore con l'animo in pace non è uno scrittore.
Non sempre il pubblico sbaglia, anche se sbaglia quasi sempre.
Quando ascoltiamo Bach o Mozart o Beethoven sentiamo che le emozioni e sentimenti suscitati in noi dalla musica ci appartengono: ma senza Beethoven, Mozart o Bach non avremmo mai saputo che ci appartenevano.
Il lettore nutrito di buone letture diventa l'involontario ma impietoso testimone dei plagi di cui si nutrono i nuovi libri. Perciò è guardato con rancore dai giovani scrittori.
La maturità migliora lo stile e cancella l'estro.
Una lode estesa anche ad altri vale meno che nulla.
Uno scrittore che parla dei propri libri è quasi insopportabile quanto una madre che parla dei propri figli.
Chi scrive in sangue e sentenze, non vuol essere letto ma imparato a mente. Sui monti la via più diretta è quella da vetta a vetta: ma per questo occorre che tu abbia gambe lunghe. Le sentenze devono essere vette: e coloro ai quali si parla devono essere grandi e di alta statura.
Gli scrittori sono come i denti, si dividono in incisivi e molari.
Scheletro, uomo delle tenebre, resuscitato e insieme morto irreparabilmente, doppiamente esperto di morte, rifiutato dal tempo, autore di libri inesistenti, sbagliati, impossibili, io, lo scrittore.
Per istruirsi uno scrittore dovrebbe più vivere che leggere. Per divertirsi uno scrittore dovrebbe più scrivere che leggere. Allora possono nascere quei libri che il pubblico legge per istruirsi e divertirsi.
Gli scrittori si forgiano nell'ingiustizia come si forgiano le spade.
Uno scrittore professionista è un dilettante che non ha mai smesso di scrivere.
Lo scrittore deve adescare, non deve raccontare niente, non ha nessun compito di trasmettere verità.
Gli scrittori creativi sono più grandi delle cause che rappresentano.
In generale, gli scrittori sono convinti segretamente di essere letti da Dio.