Poesia è malattia.
Una fede lieve e pesante come la mannaia di una ghigliottina.
È ridicolo come ti sei bardato per questo mondo.
Teoricamente esiste una possibilità di essere felici in modo assoluto: credere nell'indistruttibilità in sé e non cercare di aspirarvi.
Come ci si può rallegrare del mondo, tranne che quando ci si rifugia in esso?
La vera via passa per una corda che non è tesa in alto, ma appena al di sopra del suolo. Sembra destinata a far inciampare più che a essere percorsa.
La poesia è inconscia di sé: l'uomo non la domina, né è dominato. Scorga dall'anima o soave ruscello o furioso torrente nel vedersi ritrarre matematicamente soffra e si lagni.
A mio parere non ha una piena educazione letteraria chi non conosce i poeti.
Ogni poesia è misteriosa; nessuno sa interamente ciò che gli è stato concesso di scrivere.
Una poesia completa è quella in cui un'emozione trova il pensiero e il pensiero trova le parole.
Nessuno, penso, dovrebbe leggere poesie, o guardare quadri o statue, se non vi sa trovare molto di più di quanto il poeta o l'artista vi abbiano effettivamente espresso.
Se Galileo avesse scritto in versi che il mondo si muoveva, forse l'inquisizione lo avrebbe lasciato stare.
La poesia è una scienza esatta, come la geometria.
Il poeta comprende la natura meglio dello scienziato.
Un libro di poesie è un autunno morto: i versi son le foglie nere sulla bianca terra, e la voce che li legge è il soffio del vento che li affonda nei cuori intime distanze.
Uno studioso al microscopio vede molto più di noi. Ma c'è un momento, un punto, in cui anch'egli deve fermarsi. Ebbene, è a quel punto che per me comincia la poesia.