L'uomo vecchio ha per nemico tutta la natura.
La donna è come un libro che, buono o cattivo, deve piacere fin dalla copertina.
L'amore di un libertino fa molto in fretta a raffreddarsi se non viene opportunamente nutrito e le donne un po' sperimentate lo sanno.
La morte è un mostro che caccia dal gran teatro uno spettatore attento, prima della fine di una rappresentazione che lo interessa infinitamente.
L'uomo che ha sbagliato ottiene una gran vittoria, se dopo aver perorato la propria causa con se stesso, arriva a convincersi di essere colpevole.
Una ragazza timorata di Dio, quando consuma con l'uomo che ama l'atto carnale, prova cento volte più piacere di una ragazza priva di pregiudizi.
Più invecchio anch'io, più mi accorgo che l'infanzia e la vecchiaia non solo si ricongiungono, ma sono i due stati più profondi che ci è dato vivere. In essi si rivela la vera essenza di un individuo, prima o dopo gli sforzi, le aspirazioni, le ambizioni della vita.
Più si diventa vecchi, e più è difficile tagliarsi le unghie dei piedi.
Arrivati a una certa età, non si può più discutere, si può solo imparare o insegnare. Imparare sarebbe, ancora, il meglio. Ma chi può insegnare a un vecchio? Deve imparare da se stesso, o sparire.
La vecchiaia è la più inattesa tra tutte le cose che possono capitare ad un uomo.
I giovani pensano che la vecchiaia sia orribile, poi quando invecchiano scoprono che è vero.
La pace della vecchiaia è un placido golfo che apre a poco a poco il varco all'oceano immenso infinito, e infinitamente calmo dell'eternità.
Invecchiare non sarà niente se nel frattempo saremo rimasti giovani.
Essere vecchi è estremamente impopolare. Non ci si rende conto che il "non poter invecchiare" è cosa da deficienti, come lo è il non poter uscire dall'infanzia.
Un vecchio è qualcuno che ha molti morti dietro di sé.
Ogni uomo che valga qualcosa passa la maturità a liberarsi dalle pazzie o a espiare gli errori della gioventù.