I mali sono meno dannosi alla felicità che la noia.— Giacomo Leopardi
I mali sono meno dannosi alla felicità che la noia.
La schiettezza allora può giovare, quando è usata ad arte, o quando, per la sua rarità, non l'è data fede.
La modestia, e lo stimarsi da non molto, e il credere intimamente e sinceramente di non aver conseguito tutto quel merito che si potrebbe e dovrebbe conseguire, questi dico sono segni e distintivi dell'uomo grande, o certo sono qualità inseparabili da lui.
Gl'italiani non hanno costumi; essi hanno delle usanze.
Chi comunica dopo cogli uomini, rade volte è misantropo. Veri misantropi non si trovano nella solitudine, ma nel mondo: perché l'uso pratico della vita, e non già la filosofia, è quello che fa odiare gli uomini. E se uno che sia tale, si ritira dalla società, perde nel ritiro la misantropia.
Le lingue sono sempre il termometro de' costumi, delle opinioni ec. delle nazioni e de' tempi, e seguono per natura l'andamento di questi.
Chi è risoluto a fare del male, trova sempre il pretesto.
Imparando a conoscere i mali della natura, si disprezza la morte; imparando a conoscere quelli della società, si disprezza la vita.
I mali congiungono gli uomini.
Possibile che non si possa vivere senza far male agli innocenti?
Il male vince sempre grazie agli uomini dabbene che trae in inganno; e in ogni età si è avuta un'alleanza disastrosa tra abnorme ingenuità e abnorme peccato.
Correre qua e là non ti servirà a niente: tu vai in giro con le tue passioni, i tuoi mali ti seguono.
Chi è morto non sente nessun male: se lo sente non è morto.
Nessuno, vedendo il male, lo preferisce, ma ne rimane ingannato, parendogli un bene rispetto al male peggiore.
Ecco una delle cause dei nostri mali: viviamo imitando il prossimo e non ci facciamo regolare dalla ragione, ma trascinare dall'abitudine.
A raccontare i propri mali, spesso vi si porta sollievo.