L'uomo non vive d'altro che di religione o d'illusioni.
I fanciulli trovano tutto nel nulla, gli uomini trovano il nulla nel tutto.
Tanto l'uomo è gradito e fa fortuna nella conversazione e nella vita, quanto ei sa ridere.
Virtù non luce in disadorno ammanto.
Quanto più del tempo si tiene a conto, tanto più si dispera d'averne che basti; quanto più se ne gitta, tanto par che n'avanzi.
I beni si disprezzano quando si possiedono sicuramente, e si apprezzano quando sono perduti o si corre pericolo di perderli.
Di tutte le possibili perversioni sessuali, la religione è l'unica che è stata scientificamente sistemata.
La religione è il più solido puntello del capitalismo e dello Stato, i due tiranni del popolo. Ed è anche il più temibile alleato dell'ignoranza e del male.
La (ricerca della) felicità è davvero la religione dell'individuo moderno, illusoria come tutte le religioni. È una religione senza sacerdoti, che funziona industrialmente.
Quando si parla di stronzate, enormi stronzate di serie A, dovete restare ammirati di fronte al campione storico delle false promesse e delle pretese esagerate: la religione.
Templi e chiese, pagode e moschee, in tutti i paesi e in tutte le epoche, sono una testimonianza, nel loro splendore e nella loro grandezza, del bisogno metafisico dell'uomo che, potente e indistruttibile, segue a ruota il bisogno fisico.
Prendiamo la Bibbia: non esiste opera più erotica e mistica della Bibbia, è il libro più venduto più letto, anche perché è facile, quando si sanno i gusti dei lettori La Bibbia infatti è l'unico caso in cui l'autore del libro è anche l'autore dei lettori.
La fede, credenza cieca che serve da fondamento a tutte le religioni, non è che fonte di errori, illusioni, imposture.
L'ebraismo - come è stato detto, seppure in modo un po' semplificato - è la religione della speranza; il cristianesimo della carità; l'islamismo della fede.
Le dottrine di fede, fondate su autorità, miracoli e rivelazione, sono un sussidio adatto solo all'età infantile dell'umanità.
Le nostre religioni sono i cancri della specie e non ne guariremo che da morti.