La noia non è se non di quelli in cui lo spirito è qualche cosa.— Giacomo Leopardi
La noia non è se non di quelli in cui lo spirito è qualche cosa.
L'uomo non vive d'altro che di religione o d'illusioni.
L'origine del sentimento profondo dell'infelicità, ossia lo sviluppo di quella che si chiama sensibilità, ordinariamente procede dalla mancanza o perdita delle grandi e vive illusioni.
L'uomo si disannoia per lo stesso sentimento vivo della noia universale e necessaria.
Il passato, a ricordarsene, è più bello del presente, come il futuro a immaginarlo. Perché? Perché il solo presente ha la sua vera forma nella concezione umana; è la sola immagine del vero; e tutto il vero è brutto.
Chi ha coraggio di ridere, è padrone del mondo, poco altrimenti di chi è preparato a morire.
Nella vita, bisogna scegliere: la noia o le noie.
Quando l'uomo non ha sentimento di alcun bene o male particolare, sente in generale l'infelicità nativa dell'uomo, e questo è quel sentimento che si chiama noia.
Mi annoio raramente e mai da solo.
La mia noia potrebbe essere definita una malattia degli oggetti, consistente in un avvizzimento o perdita di vitalità quasi repentina; come a vedere in pochi secondi, per trasformazioni successive e rapidissime, un fiore passare dal boccio all'appassimento e alla polvere.
Quando un uomo annoia una donna, lei si lamenta. Quando una donna annoia un uomo, lui la ignora.
Chi si lascia annoiare è ancora più degno di disprezzo di chi lo annoia.
Oscuri presentimenti di noia vengono provocati dall'affannarsi degli altri; e questo ormai ci rende impossibile la frequentazione di una qualsiasi società che non sia naturale, o che almeno non sia fino al collo nei nostri stessi dubbi e disgusti.
Lavorare è meno noioso che divertirsi.
Il modo migliore per diventare noiosi è dire tutto.
Noia e scetticismo ingrassano la fede cattolica.