La natura ci destinò per medicina di tutti i mali la morte.— Giacomo Leopardi
La natura ci destinò per medicina di tutti i mali la morte.
Niuna cosa nella società è giudicata, né infatti riesce più vergognosa del vergognarsi.
L'astuzia, la quale appartiene all'ingegno, è usata moltissime volte per supplire la scarsità di esso ingegno, e per vincere maggior copia del medesimo in altri.
Il mondo è una lega di birbanti contro gli uomini da bene, e di vili contro i generosi.
Arcano è tutto, fuor che il nostro dolor.
La letteratura francese si può chiamare originale per la sua somma e singolare inoriginalità.
La morte che tanto temiamo e rifiutiamo interrompe la vita, non la elimina.
Ci sono persone a cui la morte dona un'esistenza.
La morte non è il morire, ma ciò che avviene prima di morire, immediatamente prima, quando non ha ancora penetrato il corpo, e se ne sta immobile, bianca, nera, viola, livida, seduta sulla sedia più vicina.
Perché la morte è un infinito atto d'amore.
Si vive solo due volte: una volta quando si nasce e una volta quando si guarda la morte in faccia.
La morte, se somiglia allo spegnersi di una luce non mi spaventa: tutt'al più mi scoccia. L'unica cosa che mi spaventa è il dolore.
Meglio morire combattendo per la libertà che vivere da schiavi.
Moriamo peggiori di quando siamo nati. La colpa è nostra, non della natura.
Chi sa morire, non ha più padrone.