Noi diciamo la morte per semplificare, ma ce ne sono quasi quante le persone.— Marcel Proust
Noi diciamo la morte per semplificare, ma ce ne sono quasi quante le persone.
È stato detto che la bellezza è una promessa di felicità. Inversamente, la possibilità del piacere può essere un principio di bellezza.
Ogni bacio chiama un altro bacio.
Come un uomo intelligente non ha paura di sembrare stupido a un altro uomo intelligente, così non da un gran signore, ma da un cafone l'uomo elegante teme di vedere misconosciuta la sua eleganza.
Siamo costretti, per rendere la realtà sopportabile, a coltivare in noi qualche piccola follia.
È nella malattia che ci rendiamo conto di non vivere soli, ma incatenati a un essere appartenente a un regno diverso, dal quale ci separano abissi, che non ci conosce e dal quale è impossibile farci capire: il nostro corpo.
Non si può scegliere il modo di morire. E nemmeno il giorno. Si può soltanto decidere come vivere. Ora.
Il pensiero della morte ci inganna, perché ci fa dimenticare di vivere.
Morire bene significa sfuggire al pericolo di vivere male.
La morte è una ladra che non si presenta mai di sorpresa.
Deve essere terribile essere morto e non sapere come il Comitato per gli Stanziamenti ha votato oggi o chi è il vincitore del Premio Oscar. O terribile non conoscere questi fatti perché non si è ancora nati.
La morte mette fine alla vita, non ad una relazione.
Mi disturba la morte, è vero. Credo che sia un errore del padreterno. Non mi ritengo per niente indispensabile, ma immaginare il mondo senza di me: che farete da soli?
Vivere non è poi una gran cosa: tutti i tuoi servi, tutte le bestie vivono: l'importante è morire con dignità, saggezza e coraggio.
Tutte le donne devono lottare con la morte per tenere i loro figli. La morte, essendo senza figli, vuole i nostri.
La morte: un punto o una virgola?