L'idea che si morirà è più crudele del morire, ma meno dell'idea che un altro sia morto.— Marcel Proust
L'idea che si morirà è più crudele del morire, ma meno dell'idea che un altro sia morto.
Ogni lettore, quando legge, legge sé stesso. L'opera dello scrittore è soltanto una specie di strumento ottico che è offerto al lettore per permettergli di discernere quello che, senza libro, non avrebbe forse visto in sé stesso.
La mia sola consolazione, quando salivo per coricarmi, era che la mamma venisse a darmi un bacio non appena fossi stato a letto.
La nostra personalità sociale è una creazione del pensiero altrui.
L'istinto detta il dovere e l'intelligenza fornisce i pretesti per eluderlo.
Lo snobismo è una malattia grave dell'anima, ma localizzata e che non la gusta tutta.
Una cosa che ho imparato riguardo alla morte è che sono chiamato a morire per gli altri. È fin troppo evidente che il modo in cui muoio influisce su molte persone.
La Morte è l'ultimo dei mali.
Morire: smettere improvvisamente di peccare.
La pena di morte, così come la si applica, è una disgustosa macelleria, un oltraggio inflitto alla persona e al corpo.
La morte naturale non esiste: ogni morte è un assassinio. E se non si urla, vuol dire che si acconsente.
E s'al mesto pensier chiuder le porte col chiuder gli occhi io cerco, il cieco orrore contemplo allor de la mia propria morte.
È più facile sopportare la morte senza pensarvi che il pensiero della morte senza pericolo.
Non vorremo morire. Ogni vita è una successione di idee che non si vorrebbe interrompere.
La morte è il non-essere. Dopo di me accadrà ciò che è stato prima di me. Se prima non abbiamo sofferto, vuol dire che non soffriremo dopo. Siamo come una lucerna che, spegnendosi, non può stare peggio di quando non era accesa. Solo nel breve intermezzo possiamo essere sensibili al male.
Quanto spesso gli uomini sono stati allegri poco prima di morire!