Morire: smettere improvvisamente di peccare.
Il più grande sbaglio nella vita è quello di avere sempre paura di sbagliare.
In amore il solo fallimento consiste nel non tentare più.
Il genio è solo il potere di compiere continui sforzi. La linea tra fallimento e successo è così sottile che raramente ci rendiamo conto di oltrepassarla, così sottile che spesso siamo su quella linea e non lo sappiamo.
Amicizia: il tacito accordo fra due nemici di voler collaborare per un bottino comune.
Il genio può avere le sue limitazioni, ma la stupidità non ha tale limitazione.
Di morte mangerai, che mangia gli uomini, e il morir finirà, morta la morte.
La paura della morte abita nella maggior parte di noi, a un livello più o meno alto, perché non è forse la morte considerata il grande «ignoto»?
Mi sono riappacificato col pensiero di dover morire quando ho compreso che senza la morte non arriveremmo mai a fare un atto di piena fiducia in Dio. Di fatto in ogni scelta impegnativa noi abbiamo sempre delle uscite di sicurezza. Invece la morte ci obbliga a fidarci totalmente di Dio.
La morte non è il morire, ma ciò che avviene prima di morire, immediatamente prima, quando non ha ancora penetrato il corpo, e se ne sta immobile, bianca, nera, viola, livida, seduta sulla sedia più vicina.
Morire non mi piace per niente. È l'ultima cosa che farò.
Non c'è spazio per la Morte.
Un analfabeta morto un'ora fa sa più cose sull'universo di tutti gli scienziati messi insieme.
La morte è più potente dell'amore. È una sfida gettata all'esistenza.
Un uomo morente ha bisogno di morire, come un uomo assonnato ha bisogno di dormire, e arriva un momento in cui è sbagliato, oltre che inutile, resistere.
Il pensiero della morte ci inganna, perché ci fa dimenticare di vivere.