La morte ci colga vivi.— Marcello Marchesi
La morte ci colga vivi.
Dimmi con chi vai e ti dirò se vengo anch'io.
Niente di più eccitante che passare da stupido agli occhi di un cretino. Sapendolo.
Consigli per una cura dimagrante: basta dare lo smalto rosso alle unghie dello zampone per renderlo meno appetitoso. Con un braccialetto alla caviglia, poi, è repellente.
I bambini sono un genere voluttuario.
Vivi e lascia convivere.
La morte è il modo che la natura ha di dirti che devi rallentare.
Una morte è una tragedia, un milione di morti è statistica.
Vivere significa nascere a ogni istante. La morte subentra quando il processo della nascita cessa.
Oltre all'attesa di quello che accadrà dopo la morte, mi inquietano altri due interrogativi antecedenti e senza risposte: quando e come moriro? E il quando è meno preoccupante del come.
Posso morire quando voglio: questo è il mio elisir di vita.
La morte, questo fiero sergente, è severa nella sua custodia.
La morte stessa non è, per chi vi rifletta, cosa così seria come il matrimonio.
La morte di un uomo è meno affar suo che di chi gli sopravvive.
Gli uomini temono la morte come i bambini temono il buio; e come quella paura naturale nei bambini è accresciuta da fole e racconti, così è dell'altra.
La morte è la curva della strada, morire è solo non essere visto.