Noi moriamo soltanto quando non riusciamo a mettere radice in altri.— Lev Tolstoj
Noi moriamo soltanto quando non riusciamo a mettere radice in altri.
Vi è un solo modo per essere felici: vivere per gli altri.
Come non si può spegnere il fuoco con il fuoco, né asciugare l'acqua con l'acqua, così non si può eliminare la violenza con la violenza.
Nei rapporti migliori, anche i più amichevoli, i più semplici, l'adulazione e la lode sono altrettanto necessari del grasso alle ruote perché girino.
Che terribile errore del nostro mondo, pensare che la fatica, il lavoro sia una virtù. Né l'uno né l'altra, ma piuttosto un vizio. Cristo non lavorava.
Non è con l'intelligenza che Lo si capisce, ma è la vita che Lo fa comprendere.
La morte stessa non è, per chi vi rifletta, cosa così seria come il matrimonio.
La morte ci consuma giorno per giorno, non ci trascina via all'improvviso.
Vista positivamente, la morte è una delle poche cose che si possono fare facilmente restando distesi.
La morte acuisce i desideri.
Ogni qualvolta muore un uomo, è un universo intero a venire distrutto. Ce ne rendiamo conto non appena ci identifichiamo con quell'uomo.
Morire sarà una splendida avventura.
Per gli uomini buoni la morte è preferibile a una cattiva fama: l'una, infatti, è la fine della vita, mentre l'altra è una malattia per la vita.
All'ombra de' cipressi e dentro l'urne confortate di pianto è forse il sonno della morte men duro?
Quando io crederò imparare a vivere, e io imparerò a morire.
Comunque, non è così male... Voglio dire, quando sei morto, puoi essere te stesso.