Quando io crederò imparare a vivere, e io imparerò a morire.— Leonardo da Vinci
Quando io crederò imparare a vivere, e io imparerò a morire.
Siccome una giornata bene spesa dà lieto dormire, così una vita bene usata dà lieto morire.
Il foco è da esser messo per consumatore d'ogni sofistico e scopritore e dimostratore di verità, perché lui è luce, scacciatore delle tenebre occultatrici d'ogni essenzia.
Dov'è più sentimento, lì è più ne' martiri gran martire.
Quattro sono le potenzie: memoria e intelletto, lascibili e concupiscibili. Le due prime son ragionevoli e l'altre sensuali.
Chi altri offende, sé non sicura.
Su tutte le tombe dovrebbe essere scritto: non piangetemi perchè sono morto, ma perchè avei voluto dirvi una cosa, una sola, e non ho trovato il modo.
Due cose belle ha il mondo: amore e morte.
La morte è un sonno senza sogni e forse senza risveglio.
La morte, il più atroce dunque di tutti i mali, non esiste per noi. Quando noi viviamo la morte non c'è, quando c'è lei non ci siamo noi. Non è nulla né per i vivi né per i morti...
La morte non è niente per noi. Ciò che si dissolve non ha più sensibilità, e ciò che non ha sensibilità non è niente per noi.
Sapete come vi darei epigrammi a non finire? Basta portarmi via, lontano dal mio amore.
La morte, raggiungila con tutti i tuoi appetiti, e il tuo egoismo e tutti i peccati capitali.
Il cimitero è pieno di grandi uomini di cui il mondo non poteva farne a meno.
La Morte è l'ultimo dei mali.
La morte non è male: perché libera l'uomo da tutti i mali, e insieme coi beni gli toglie i desideri. La vecchiezza è male sommo: perché priva l'uomo di tutti i piaceri, lasciandogliene gli appetiti; e porta seco tutti i dolori. Nondimeno gli uomini temono la morte, e desiderano la vecchiezza.