La Morte è l'ultimo dei mali.
O taci, o di' cose migliori del silenzio.
Poco mi giova aver costanza o fede; per me fortuna avara parla muta, ode sorda e cieca vede.
Innamora più una graziosa bruttezza che una beltà soverchiamente sostenuta.
È molto vero che la concordia è madre del matrimonio, ma il matrimonio è padre della discordia.
Un sillogismo: gli altri muoiono; ma io non sono un altro; dunque non morirò.
Viviamo forse noi uomini per abolire la morte? No, viviamo per temerla e poi amarla e appunto per amor suo questo nostro po' di vita arde talvolta di luce così bella per qualche istante.
La morte, se somiglia allo spegnersi di una luce non mi spaventa: tutt'al più mi scoccia. L'unica cosa che mi spaventa è il dolore.
Nella vita la cosa più audace è odiare la morte; sono disprezzabili e disperate le religioni che ottundono questo odio.
Poche cose sono più facili che vivere male e morire bene.
Il primo sintomo della morte é la nascita.
La consapevolezza della morte ci incoraggia a vivere.
Ognuno di noi parte da una fondamentale certezza: la morte, ma deve approdare ad una altrettanto valida certezza; la vita. Sono questi il NERO ed il BIANCO della nostra esistenza.
È sorprendente: il potere della morte umana di far rinsavire. Ha più peso di ogni parola, di ogni argomento: è la forza ultima. Si impossessa della tua attenzione e del tuo tempo. E ti lascia cambiato.
Io devo vivere in compagnia della morte. La destesto, naturalmente, ma non la temo. Se la temessi non varrei nulla come medico. Dovrei temerla?