La morte, questo fiero sergente, è severa nella sua custodia.— William Shakespeare
La morte, questo fiero sergente, è severa nella sua custodia.
Se ho fatto una sola cosa buona nella mia vita, me ne pento dal profondo del mio cuore.
Sono stato un codardo per istinto.
Ma io sono costante come la stella polare, che per il suo esser fedele, fissa e inamovibile non ha pari nel firmamento.
L'amore può dar forma e dignità a cose basse e vili, e senza pregio; ché non per gli occhi Amore guarda il mondo, ma per sua propria rappresentazione, ed è per ciò che l'alato Cupido viene dipinto col volto bendato.
L'amore dei giovani non sta nel cuore, ma negli occhi.
Soltanto l'assoluto e l'universale può morire; noi moriamo in quanto siamo il morire dell'assoluto.
Noi diciamo la morte per semplificare, ma ce ne sono quasi quante le persone.
La morte è un destino migliore e più mite della tirannia.
Se non fosse la morte, quasi non sarebbe poesia nella vita.
Per monti e per abissi ella correa, A la mia pace, all'amor mio rubella, Femmina ad altri, a me regina e dea, Ingannatrice sempre e sempre bella.
È sorprendente: il potere della morte umana di far rinsavire. Ha più peso di ogni parola, di ogni argomento: è la forza ultima. Si impossessa della tua attenzione e del tuo tempo. E ti lascia cambiato.
Da ogni cosa ci si può mettere al sicuro, ma per la morte abitiamo tutti una città senza mura.
Ho vissuto abbastanza; ora, sazio, aspetto la morte.
L'uomo conta sull'immortalità e dimentica di mettere in conto la morte.
Colui che da una diversa visione della cosa più è commosso, non teme le angustie della morte.