Il sesso è innocente, è l'amore che è disonesto.

Gianni Monduzzi
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La nostra interpretazione

L’idea centrale è che ciò che appare più istintivo e fisico viene considerato, paradossalmente, più limpido e diretto di ciò che viene chiamato amore. Il desiderio del corpo, nella sua immediatezza, non finge di essere altro da sé: non promette eternità, non costruisce illusioni di perfezione, non nasconde i propri limiti dietro parole altisonanti. In questo senso è «innocente», perché trasparente, riconoscibile, senza sovrastrutture morali o romantiche. L’amore, al contrario, viene mostrato come il luogo in cui si annidano autoinganni, maschere e contraddizioni. Si promette ciò che non si può mantenere, si confonde il bisogno con la dedizione, il possesso con la cura, la paura della solitudine con il sentimento. Si dichiarano intenzioni pure mentre si agisce per interesse, per narcisismo, per paura. Da questa prospettiva, ciò che culturalmente viene innalzato come il sentimento più nobile diventa anche quello più esposto alla menzogna, alla manipolazione e all’ipocrisia. Il contrasto mette in discussione l’idea romantica secondo cui l’amore è sempre superiore al semplice incontro fisico. Spinge a domandarsi dove stia davvero la sincerità: se nelle parole grandi e sentimentali, o nei gesti che non si nascondono dietro le illusioni. Invita a guardare con più onestà alle relazioni, distinguendo tra ciò che sentiamo davvero e ciò che raccontiamo a noi stessi per sentirci migliori.

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