L'ignoranza è madre della felicità e beatitudine sensuale.
L'universo è tutto centro e tutto circonferenza.
Colui che da una diversa visione della cosa più è commosso, non teme le angustie della morte.
La fede si richiede per l'instituzione di rozzi popoli che denno esser governati, e la demostrazione per gli contemplativi che sanno governar sé e gli altri.
Si aggiunga al già detto, che amore, con cui amiamo, è brama con cui ogni cosa brama, mediazione fra bene e male, brutto e bello (non dunque non brutto e non bello), ma buono e bello in rapporto a una certa comunicazione e partecipazione.
Colui che vede in se stesso tutte le cose è al tempo stesso tutte le cose.
La povertà del futuro sarà l'ignoranza, e le differenze sociali degli anni a venire saranno stabilite, più che dal denaro, dalla cultura di chi sa qualcosa e di chi non sa niente.
Quando l'ignoranza si mette a osare, essa ha in sé una bussola. Quella bussola è l'intuizione del vero, più chiara talvolta in uno spirito semplice che in uno spirito complicato.
Il mondo gira solo per ignoranza.
Nell'indifferenza etica crescono i pregiudizi, nell'ignoranza si cementano gli odi e i sospetti; nella perdita dei valori della cittadinanza, scritti mirabilmente nella nostra Costituzione, fermentano i germi di nuove violenze.
Sarebbe difficile sconfiggere l'ignoranza senza la libertà scevra di paura di perseguire la verità. Dal momento che il rapporto fra paura e corruzione è tanto stretto, non può meravigliare che in ogni società in cui matura la paura, la corruzione si radichi profondamente in tutte le sue forme.
È meglio essere ignorante di una cosa piuttosto che apprenderla male.
L'ignoranza è il punto di vista che manca agli uomini di cultura.
Nell'anima di chi è ignorante vi è sempre posto per una grande idea.
La nostra ignoranza raggiunge mondi sempre più lontani.
La morte è l'ignoranza della vita: quanti uomini morti si aggirano tra i viventi.