Avveleniamo la festa della nostra giovinezza esagerando e complicando i piaceri dell'amore sino a farne risultare dei dolori.

Giovanni Verga
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La nostra interpretazione

Nel periodo della giovinezza l’amore porta con sé una promessa di freschezza, spontaneità e festa interiore. Eppure, invece di lasciare che questo sentimento rimanga semplice e vitale, spesso lo carichiamo di aspettative, pretese, gelosie e paure. Il desiderio di vivere emozioni intense ci spinge a esagerare ogni aspetto: cerchiamo prove assolute, conferme continue, drammi e passioni senza misura. Così il piacere si trasforma in un terreno pieno di insidie, dove la gioia originaria viene lentamente soffocata. L’esperienza amorosa, che potrebbe essere leggerissima, diventa un peso, un luogo di ansia e di sofferenza. La giovinezza, invece di essere un tempo di scoperta e di gioco, si riempie di complicazioni emotive che lasciano ferite e rimpianti. Il dolore non nasce dall’amore in sé, ma dalla nostra tendenza a deformarlo, a renderlo eccessivo, a cercarvi più di quanto esso possa realmente offrire. In questo modo perdiamo l’innocenza dei sentimenti e trasformiamo un dono in una fonte di tormento.

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