La vittoria è di chi si astiene.
Confidarsi è natura, accogliere le confidenze così come vengono fatte è cultura.
Agli stupidi non capita mai di pensare che il merito e la buona sorte sono strettamente correlati.
Le compagnie più piacevoli sono quelle nelle quali fra i membri regna un sereno rispetto reciproco.
Non si arriva mai tanto lontano come quando non si sa più dove si va.
Tutti i pensieri intelligenti sono già stati pensati. Occorre solo tentare di ripensarli.
Un vero ribelle conosce la paura ma sa vincerla.
Ottenere cento vittorie su cento battaglie non è il massimo dell'abilità: vincere il nemico senza bisogno di combattere, quello è il trionfo massimo.
La battaglia per la libertà non è mai persa, perché non è mai vinta.
Chi getta la spugna non vince mai, e un vincente non getta mai la spugna.
Dalla necessità scaturiscono i desideri, e dai desideri scaturisce l'energia e la volontà di vittoria.
Se conosci il nemico e te stesso, la tua vittoria è sicura. Se conosci te stesso ma non il nemico, le tue probabilità di vincere e perdere sono uguali. Se non conosci il nemico e nemmeno te stesso, soccomberai in ogni battaglia.
Così il CAI Centrale si limita a «riconoscere a Bonatti il giusto merito per l'apporto alpinistico da lui dato alla vittoria del K2»... E chi mai, fin dall'inizio, ne aveva dubitato? Risultò insomma, tout court, una finta, assurda e persino ridicola revisione storica.
I vincitori fanno la storia e i vinti la morale.
Se vi è vittoria nello sconfiggere il nemico se ne ha una maggiore quando l'uomo vince se stesso.
Adoro il gusto della vittoria, sa di sperma.