L'invidia è odio, è la base, se non lo zoccolo duro di tutte le psicopatologie. Perché se ti invidio, inevitabilmente voglio il tuo male, e se voglio il tuo male, inevitabilmente voglio il "mio" male.
Non invidiamo quelli che stanno più in alto: quelle che sembravano vette si sono rivelate dirupi.
L'invidia è quel sentimento che nasce nell'istante in cui ci si assume la consapevolezza di essere dei falliti.
L'invidia è naturale all'uomo: tuttavia è un vizio e una disgrazia allo stesso tempo.
L'invidia si annida in fondo al cuore umano come una vipera nella sua tana.
Certo che la fortuna esiste. Altrimenti come potremmo spiegare il successo di quelli che non ci piacciono?
In termini psicologici potremmo dire che l'invidia è un tentativo un po' maldestro di recuperare la fiducia e la stima in sé stessi, impedendo la caduta del proprio valore attraverso la svalutazione dell'altro.
A differenza della lussuria, della superbia, della gola, l'invidia è forse l'unico vizio che non dà piacere.
Guardatevi da coloro che si indignano con facilità dal momento che l'indignazione è separata dalla indegnità solo attraverso il velo sottile dell'invidia.
L'invidia è ignoranza.
L'invidia è un cieco che vuole strapparti gli occhi.
Login in corso...