Un marito è ciò che resta di un amante, una volta tolto il nerbo.
La follia di un uomo è spesso la moglie di un altro uomo.
Donna: la gruccia su cui lo spiritoso appende le sue battute, il predicatore il suo vangelo, il cinico il suo malumore e il peccatore le sue giustificazioni.
Per un uomo sposare una donna è farle il migliore dei complimenti e di solito è anche l'ultimo.
Alcune donne possono essere ingannate tutte le volte, e tutte le donne possono essere ingannate alcune volte, ma la stessa donna non può essere ingannata dallo stesso uomo nello stesso modo più di metà delle volte.
In amore, il modo migliore per cancellare una faccia dalla tavoletta della memoria è quello di disegnarvene un'altra di sopra.
Un buon marito deve saper comandare a se stesso di ubbidire alla moglie.
È molto difficile far felice il proprio marito; è più facile far felice il marito di un'altra.
Ci sono donne che ci amano per quello che siamo; altre, per quello che non sono i loro mariti.
Alcuni mariti hanno sospirato sul rapimento delle loro mogli; la maggior parte nel fatto che nessuno gliele abbia volute rapire.
Non c'è cacciatore che non vanti il suo cane, non c'è vignaiolo che non vanti il suo vino, non cavaliere che non vanti il suo nastro. Ma pochi sono i mariti gloriosi delle lor mogli.
Quel che tiene legato il marito nella buona e nella cattiva sorte è la donna con la quale egli si diverte a stare insieme.
I mariti buoni sono quelli, che fanno felici le loro mogli, facendo felici sè stessi.
I marinai sono dei mariti ideali, a condizione che riconoscano la paternità dopo due anni di assenza.
Così sono le donne: prima di sposarlo, vogliono che il marito sia un genio. Quando l'hanno sposato, vogliono che sia un babbeo.
Perché, se leggiamo di un marito abbandonato dalla moglie, proviamo un così sfacciato sentimento d'invidia?