Dio stesso è la fonte e la realtà dell'Eros, e ne proibisce una doppia profanazione: quello del libertinaggio, che ne è la profanazione, e quella dell'ascetismo che per calcolo o per pessimismo congenito ne è la negazione.
— Henry Corbin
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La nostra interpretazione
L’Eros è presentato come una realtà sacra, che trova in Dio la sua sorgente più autentica. Non è semplicemente desiderio carnale né una forza da reprimere, ma una dimensione profonda dell’essere, che partecipa del divino. Per questo viene condannata sia la sua riduzione a mera ricerca di piacere, sia la sua cancellazione attraverso forme di rinuncia calcolata o di sfiducia radicale nella vita e nel corpo. Da un lato, il libertinaggio svuota l’esperienza amorosa del suo senso più alto, trasformandola in consumo dell’altro. Dall’altro, un ascetismo motivato dal calcolo o dal pessimismo rifiuta la bontà originaria del desiderio, quasi fosse in sé qualcosa di sporco o inferiore. Ne emerge l’idea che il desiderio erotico, quando è orientato e custodito, può diventare via di conoscenza, incontro e trascendenza. Il compito umano non è distruggere il desiderio, né abbandonarsi a esso senza misura, ma riconoscerne la dignità, integrarlo e trasfiguralo in una relazione che rispetta la verità dell’altro e la sua radice sacra. In questo equilibrio delicato, l’amore non è banalizzato né idolatrato, ma vissuto come forza viva che unisce il mondo umano alla sua origine divina.
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