Amore. L'illusione che una donna differisca da un'altra.
— Henry Louis Mencken
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La nostra interpretazione
In queste parole l’amore viene ridotto a una costruzione mentale, a una sorta di trucco dello sguardo che ci fa credere che la persona amata sia unica, diversa da tutte le altre. L’enfasi non è sull’unicità reale dell’altro, ma sulla tendenza umana a proiettare significati speciali su qualcuno che, in fondo, appartiene alla stessa condizione e agli stessi limiti di chiunque altro. L’affetto, la passione, l’idealizzazione creano un filtro attraverso il quale la persona amata appare irripetibile, ma questo filtro viene descritto come una distorsione, non come una rivelazione di verità.
C’è un forte elemento di disincanto: la visione romantica viene spogliata della sua aura sacra e mostrata come un bisogno psicologico, quasi una fantasia collettiva che fa girare i rapporti tra uomini e donne. Ne emerge una concezione dell’amore come fenomeno fragile, esposto al rischio di dissolversi non appena il velo dell’illusione cade, lasciando intravedere la somiglianza tra ciò che sembrava unico e il resto del mondo. Questa prospettiva mette in discussione il mito dell’anima gemella e invita a interrogarsi su quanto, nelle relazioni, sia autentico e quanto sia creato dal desiderio di credere in qualcuno come “diverso da tutti”.
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