Speranza. Una credenza patologica nell'accadere dell'impossibile.
Nove volte su dieci, nelle arti come nella vita, non c'è nessuna verità da scoprire; c'è solo un errore da denunciare.
La coscienza è una suocera le cui visite non finiscono mai.
Ogni uomo normale deve essere tentato, a volte, di sputarsi sulle mani, issare la bandiera nera e mettersi a tagliare gole.
Il problema del lottare per la libertà degli uomini è che uno spende gran parte del proprio tempo a difendere dei mascalzoni. Perché è in prima istanza contro i mascalzoni che vengono emesse le leggi oppressive e l'oppressione deve venire fermata all'inizio se la si vuole fermare davvero.
La speranza non può essere basata soltanto sull'ottimismo. Deve avere radici più profonde nella moralità, nella forza d'animo.
Oggi, la gente fatica a trovare ciò che è reale. Tutto è diventato così sintetico che un sacco di gente, tutto ciò che vuole è di aggrapparsi alla speranza.
Tutti coloro che si lasciano assalire dai rimpianti invecchiano più precocemente di quelli che si nutrono di attese. La speranza illumina il cammino futuro ed è un prestito fatto alla felicità.
La speranza è un sogno ad occhi aperti.
Quello che pesa, in questa nostra condizione umana, sono le poche gioie di cui godiamo, o meglio sono le nostre speranze, poiché esse c'incatenano alla vita.
Il verde è il colore della speranza, tranne che nel cerchio intorno agli occhi.
Anche quando il cielo si è stancato di essere azzurro, non chiudere mai l'oblò della speranza.
La speranza fu data al cuore dell'uomo, come ai giardini il fiore. Ma qual è il fiore che sempre mantenga la sua freschezza e il suo profumo?
La speranza non è che un ciarlatano che c'inganna senza posa.
La speranza è una pennuta creatura che si posa nell'anima.