La felicità è amore, nient'altro.
In natura non esiste nulla di così perfido, selvaggio e crudele come la gente normale.
L'amore non bisogna implorarlo e nemmeno esigerlo. L'amore deve avere la forza di attingere la certezza in sé stesso. Allora non sarà trascinato, ma trascinerà.
Il «senso» è quella unità del molteplice, o quella capacità dello spirito di intuire il disordine del mondo come unità e armonia.
Chi pretende musica invece di miagolio, gioia invece di divertimento, anima invece di denaro, lavoro invece di attività, passione invece di trastullo, per lui questo bel mondo non è una patria.
Anche un orologio fermo segna l'ora giusta due volte al giorno.
La felicità è una farfalla che ti si posa un attimo sulla testa e ti rende tanto più ridicolo quanto maggiore è la sua bellezza.
La felicità o infelicità non si misura dall'esterno, ma dall'interno.
La felicità raduna, il dolore riunisce.
Esercitare liberamente il proprio ingegno, ecco la felicità.
Puoi avere abbastanza felicità da renderti dolce, difficoltà a sufficienza da renderti forte, dolore abbastanza da renderti umano, speranza sufficiente a renderti felice.
Felici veramente sono coloro a chi una medesima occasione torna piú che una volta perché la prima lo può perdere o male usare uno ancora che sia prudente; ma chi non lo sa cognoscere o usare la seconda volta è imprudentissimo.
Felice è colui che dalla vita non esige più di quello che essa spontaneamente gli offre, facendosi guidare dall'istinto dei gatti, che cercano il sole quando c'è il sole e quando non c'è il sole, il caldo, dovunque esso sia.
Non credo che esista un "diritto" alla felicità. Se ci capita di essere felici, ringraziamo il cielo.
La felicità son tutti quegli incontri, brevi o meno, che ti danno un'emozione. E' tutto questo che fa la vita.
La felicità più grande non sta nel non cadere mai, ma nel risollevarsi sempre dopo una caduta.