Di una storia è vero solo quello che l'ascoltatore crede.
Ciò che conta è tutto dentro di noi, da fuori nessuno ci può aiutare. Non essere in guerra con se stessi, vivere d'amore e d'accordo con se stessi: allora tutto diventa possibile. Non solo camminare su una fune, ma anche volare.
Finché l'uomo resta un animale, vive per il combattimento, a spese degli altri, teme e odia il prossimo. La vita, quindi, è guerra.
Il male nasce sempre dove l'amore non basta.
La pace non è una paradisiaca condizione originaria, né una forma di convivenza regolata dal compromesso. La pace è qualcosa che non conosciamo, che soltanto cerchiamo e immaginiamo. La pace è un ideale.
Il viaggio fu, in realtà, una delusione, cioè per allora, perché in seguito esso fece maturare i più splendidi frutti.
Il passato è fruttuoso non quando serve a nutrire il risentimento o il trionfalismo ma quando il suo gusto amaro ci porta a trasformarci.
La storia è testimone dei tempi, luce della verità, vita della memoria, maestra della vita, nunzia dell'antichità.
Il fatto che gli uomini non imparino molto dalla storia è la lezione più importante che la storia ci insegna.
La storia non è il terreno della felicità. I periodi di felicità sono in essa pagine vuote.
I popoli felici non hanno storia. La storia è la scienza dell'infelicità degli uomini.
Se la storia non ha da essere maestra della vita, essa è trastullo indegno di nazione adulta.
Le sensazioni sono i dettagli che compongono la storia della nostra vita.
La storia dell'umanità è la storia dei suoi traumi, cioè dei suoi viaggi fuori da un ennesimo feto verso la speranza di un'ennesima sopravvivenza.
Alla storia non si chiede né il numero dei morti né il costo delle grandi imprese!
La storia ci ha insegnato che spesso la menzogna la serve meglio della verità...