La libertà di pensiero è la capacità di valersi del proprio intelletto senza la guida di un altro.— Immanuel Kant
La libertà di pensiero è la capacità di valersi del proprio intelletto senza la guida di un altro.
Non consideriamo mai obbligatorie le nostre azioni perché sono ordinate da Dio; al contrario, ci sembrano ordinate da Dio perché ci sono imposte da una nostra legge interiore.
Agisci in modo che ogni tuo atto sia degno di diventare un ricordo.
La vita è la facoltà di svolgere un'attività spontanea, la coscienza che abbiamo dei poteri.
La ragione è un'isola piccolissima nell'oceano dell'irrazionale.
La ragione è condannata a porsi degli interrogativi ai quali sa di non poter rispondere.
L'autore instancabile di pensieri non per ciò è un pensatore: così come un macellaio di agnelli non può pretendere il titolo di assassino.
Niente è più pericoloso d'un grande pensiero in un piccolo cervello.
Tutti i miei pensieri sono uno solo. Perché non ho mai smesso di pensare.
Non è difficile nutrire pensieri ammirevoli quando ci sono le stelle. Più difficile è conquistarli intatti nella meschinità di ogni giorno.
Il pensiero senza azione è una vana illusione, l'azione senza il pensiero uno sforzo vano.
Lo stadio più elevato nelle civiltà morali consiste nel riconoscere che dovremmo controllare i nostri pensieri.
Se non si può pensare completamente un pensiero, a uno pare di perdere una parte del suo io, anzi quasi, come se fosse intimamente legato in qualche posto e se ne fosse tentato invano di liberare. Ogni pensiero è un possesso che bisogna conquistare all'universo, alla potenza che lo tiene stretto.
I miei pensieri mi dicono dove mi trovo, ma non mi indicano dove vado.
Quando il nostro pensiero intuisce qualche verità nuovissima, ci sembra sempre che siamo ritornati in noi stessi sulle rive del nostro antico essere, che si sollevi il velario dell'oblio.
I propri pensieri non devono essere sempre necessariamente nuovi. Ma è facile che colui che ha un nuovo pensiero lo abbia da un altro.